LUSSAZIONE DI SPALLA

La lussazione di spalla è la fuoriuscita della testa omerale dalla cavità glenoidea che la contiene con danni irreversibili alle strutture (cercine, legamenti) deputate a mantenere la testa omerale nella sua sede. Essa rappresenta il 50% circa di tutte le lussazioni. L’articolazione della spalla è la più complessa di tutto il corpo umano. E’ in assoluto le più mobile poiché ci consente di muovere l’arto superiore in tutte le direzioni e di compiere addirittura movimenti elaborati come le rotazioni garantendo all’uomo una delle funzioni fondamentali per la sua sopravvivenza: la prensione. La lussazione di spalla può essere anteriore o posteriore rispetto alla sede della fuoriuscita della testa omerale. Nella maggioranza dei casi avviene durante la pratica di sport oggi molto comuni quali calcio, pallavolo, judo, sci… La causa potrebbe essere un trauma diretto, e parleremo di lussazione traumatica o un movimento d’extrarotazione improvvisa (ad esempio nuotando) e avremo una lussazione atraumatica. Il quadro clinico è piuttosto caratteristico: il paziente si presenta con il braccio sostenuto al fianco, con la perdita del normale profilo arrotondato della spalla e lamenta dolore a tutti i movimenti dell’arto superiore. Prima di tentare una qualsiasi riduzione, da eseguire in ambiente idoneo e da personale medico, è sempre opportuno valutare lo stato neurologico dell’arto per l’alto rischio di lesioni nervose che possono succedere ad un episodio lussativo. Le lesioni del nervo ascellare, ulnare, mediano e radiale hanno, infatti, una incidenza del 10%. E’ sempre importante, inoltre, documentare radiograficamente l’entità della lussazione per risolvere ogni dubbio diagnostico e per escludere possibili fratture ossee che renderebbero più difficile la riduzione. Nel 50% dei casi è presente una frattura da impatto della testa omerale detta lesione di Hill-Sachs. Una volta ridotta la lussazione è opportuno scegliere la migliore modalità di trattamento che può essere conservativo e chirurgico. Il parametro fondamentale per la scelta è l’età del paziente e poi l’attività sportiva e lavorativa svolta. Nei giovani sotto i 30 anni, infatti, la possibilità di recidiva, ossia di nuovo episodio lussativo entro un anno è di circa l’80%. In questi casi, di fronte al primo episodio è sempre opportuno consigliare un intervento chirurgico di stabilizzazione delle strutture lesionate dalla fuoriuscita della testa omerale. E’ possibile eseguire l’intervento in artroscopia mediante fori di pochissimi millimetri di lunghezza. Nel caso di pazienti di età superiore ai 30 anni, invece, è sufficiente applicare un bendaggio o un tutore per 4 settimane. Importantissima è la riabitazione da effettuare sia nell’uno che nell’altro caso pena la persistenza del dolore e la scarsa funzionalità dell’arto. Quando si presentano pazienti che hanno riportato numerosi episodi di lussazione (definita recidivante o abituale) si impone una unica opportunità di trattamento che è quello chirurgico-artroscopico o cosiddetto “aperto” volto alla reinserzione del cercine glenoideo sulla superficie ossea ed al ripristino della giusta tensione della capsula e dei legamenti gleno-omerali. In conclusione, il messaggio che deve arrivare è che non bisogna mai sottovalutare una lussazione di spalla, né nel momento riduttivo, che può non essere scevro da complicanze di varia natura ( in seguito ad anestesia, per esempio, che a volte seppur breve è necessaria), né nel trattamento definitivo vista l’elevatissima percentuale di recidive. E’ pertanto sempre opportuno rivolgersi ad uno specialista per non incappare in eventuali problemi che potrebbero condizionare il futuro di una articolazione così importante come quella della spalla.

Di Fabio Lamperini