Che cos’è il disturbo di panico e cosa fare………
A cura del Dr. Massimiliano Matteucci
Attacchi improvvisi di ansia e paura travolgente che dura diversi minuti? Magari con batticuore, sudorazione, affanno e cervello paralizzato. L’attacco avviene improvvisamente, senza motivi evidenti, lasciando il terrore di possibili recidive.
Quali sono i sintomi associati ad un attacco di panico?
Un attacco di panico è un episodio improvviso di paura intensa che si sviluppa senza una ragione apparente e che può manifestarsi anche sotto forma di sintomi fisici e concreti, come ad esempio:
polso accelerato,
dolore al petto o allo stomaco,
difficoltà respiratorie,
debolezza o vertigini,
sudorazione,
sensazione di caldo o brividi di freddo,
formicolio o insensibilità delle mani.
Gli attacchi di panico possono essere davvero spaventosi, perché il paziente può essere portato a pensare di
perdere il controllo,
avere un attacco di cuore,
essere prossimo alla morte.
Gli attacchi di panico sono una reazione “naturale” di paura che dura poche decine di secondi; la durata dello stato ansioso dipende da ciò che si pensa o immagina (tipo penso “ora muoio, sto impazzendo, che mi succede” e conseguentemente provo ansia).
L’ansia ha sempre una curva che prevede una salita e una discesa naturale: alla fine passa da sola senza dover fare nulla.
Gli attacchi di panico sono reazioni di difesa geneticamente determinate che servono per la sopravvivenza personale, poiché permettono di affrontare meglio la situazione aumentando le proprie capacità di prestazione (concentrazione, attenzione, performance). Le stesse sensazioni possono essere vissute in modo totalmente diverso: infatti molte persone vivono sensazioni di panico (“voglio provare adrenalina”) positivamente e continuano a ricercarle.
Il panico non è pericoloso, deriva da come io penso riguardo alle cose che mi stanno capitando. Le varie situazioni, infatti, non sono oggettivamente pericolose: è l’individuo ansioso che ha imparato a viverle come tali, e deve perciò reimparare a pensare le situazioni come effettivamente sono.
Nessuno dei sintomi sperimentati durante l’attacco indica che la persona è pericolosamente malata o sta per diventare pazza: sono spiacevoli e fastidiosi, ma possono essere tollerati fino a che andranno via.
Evitare le situazioni che provocano paura non serve a nulla; anzi, pensando in modo catastrofico, se le rimando peggioro la mia ansia. L’evitamento è parte integrante del panico. Pertanto è molto importante addestrarsi a riconquistare il “territorio” perso.
E’ importante imparare ad accettare l’ansia, non combatterla. L’ansia fa parte di noi; combatterla è come combattere contro una parte di sé. Rimanere ad osservarla e accettare l’ansia è il modo più veloce per farla scomparire.
E’ importante imparare ad osservare l’ansia, guardandola senza giudizio, né buono né cattivo, osservando i livelli massimi e minimi e le situazioni che la fanno aumentare o diminuire, rimanendo distaccati e diventando buoni osservatori di se stessi.
Cosa fare in caso di attacco di panico?
Si può riuscire a distrarsi dall’ansia, utilizzando tutte le tecniche di distrazione che conosciamo: concentrandosi sui particolari e i dettagli di quello che ci circonda, magari descrivendoli a voce alta, farà passare il breve momento ansioso e già dopo poco tempo ci si potrà sentire meglio.
Importante sarà affrontare le situazioni difficili con piccoli passi, ponendosi piccoli obiettivi. Le situazioni di cui si ha paura devono essere affrontate gradualmente, senza fretta, e se spezzettiamo le situazioni difficili riusciremo a risolvere meglio ogni piccola parte e rimarremo soddisfatti dei risultati ottenuti.
Quando colpiscono gli attacchi di panico?
Gli attacchi di panico possono colpire in qualunque momento, dovunque e senza preavvisi; elemento imprescindibile per la formulazione della diagnosi è la durata dell’episodio, che nel caso di attacco di panico non è superiore a pochi minuti (diversamente si tratta di condizioni diverse, come ad esempio ansia generalizzata, crisi isteriche, …).
Un tempo riconosciuti come forme di nervosismo o stress, oggi sono ormai considerati una reale condizione medica e il disturbo di panico rientra tra i disturbi d’ansia. Se uno o due episodi nell’arco della vita sono considerabili potenzialmente fisiologici, una frequenza superiore può essere il segno di un possibile disturbo ansioso, il disturbo di panico (non tutti i soggetti che sperimentano attacchi di panico sviluppano il disturbo).
Il disturbo di panico è più frequente nelle donne. Inizia in genere nei giovani adulti, talvolta quando un soggetto è sottoposto a stress intensi. Molti casi migliorano con il trattamento, perché la terapia può mostrare come riconoscere e cambiare le modalità del pensiero prima che si scateni il panico (terapia cognitivo comportamentale e terapia farmacologica).
Cosa succede se non viene trattato l’attacco di panico?
Quando non viene trattato, il disturbo di panico si ripercuote pesantemente sulla qualità della vita, perché può scatenare altre paure e disturbi mentali, problemi al lavoro o a scuola e isolamento sociale. Possono infatti generare la paura di recidive e portare il soggetto a evitare posti in cui si siano verificati. In alcune persone la paura prende il sopravvento sul quotidiano, tanto da non riuscire più a uscire di casa.
Molti specialisti consigliano di affrontare la paura, accettarla, per scoprire e toccare con mano che non accadrà nulla di terribile.
Utile in questi casi avere accanto una persona di fiducia, così come applicare tecniche di rilassamento (yoga, training autogeno, …) che prevedano anche un’adeguata tecnica respiratoria; ricordiamo infatti che favorire l’aumento della frequenza respiratoria può causare iperventilazione e aumento dell’ossigenazione del sangue, con conseguente peggioramento dei sintomi, meglio invece sforzarsi di rallentare la respirazione.
Sono disponibili numerose famiglie di farmaci per il trattamento degli attacchi di panico, tra cui:
inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI),
inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI),
beta-bloccanti,
benzodiazepine.
I farmaci SSRI e SNRI, tipicamente usati nel trattamento della depressione, si dimostrano utili anche sui sintomi del disturbo di panico. Possono richiedere diversi giorni per raggiungere la piena efficacia e, come tutti i farmaci, potrebbero causare effetti indesiderati, quali
cefalea,
nausea,
difficoltà a dormire.
In genere, gli effetti secondari non sono gravi, specialmente se la dose terapeutica viene raggiunta gradualmente, partendo da una dose bassa. Gli effetti secondari vanno comunque segnalati al medico.
Dr. Massimiliano Matteucci
Specialista di Malattie Mentali e Nervose
Dirigente Medico di I° Livello SPDC Ospedale di Terni
Master di II Livello di Psicofarmacologia “Ospedale San Raffele di Milano”