Uno dei tumori più comuni negli uomini di età compresa tra i 50 e gli 80 anni, è quello alla prostata. I numeri sono decisamente importanti: si parla infatti del 18% circa della popolazione maschile. Analizzando le statistiche risulta che la patologia riguarda il 25% degli uomini intorno ai 50 anni (1 su 4), e sale al 50% nella fascia degli 80 anni (1 su 2).
Se diagnosticato precocemente, il tumore alla prostata presenta tuttavia un basso tasso di mortalità.
Cosa è la prostata?
La ghiandola prostatica, detta comunemente prostata, è una sezione dell’apparato genitale riproduttivo maschile. La funzione della prostata, fortemente influenzata dall’azione degli ormoni come il testosterone, è quella di produrre e veicolare il liquido prostatico, necessario a diluire lo sperma e, di conseguenza, favorire la riproduzione. La ghiandola è posizionata anteriormente al retto, appena sotto alla vescica e avvolge il canale che consente il passaggio dell’urina (uretra).
Quali sono i sintomi del tumore alla prostata?
In condizioni normali, la prostata è grande come una castagna. Quando le cellule presenti nella ghiandola iniziano a crescere in modo anomalo e ad accumularsi, generano ingrossamenti e, in molti casi, disturbi urinari, dolore e fastidi.
L’ingrossamento non è necessariamente sintomo della presenza di cellule maligne. La proliferazione delle cellule, infatti, può essere anche fisiologica, di natura benigna.
È fondamentale individuare precocemente i casi in cui la proliferazione è di natura tumorale. Le cellule malate nella maggior parte dei casi crescono lentamente ma, nelle forme più aggressive, possono invadere facilmente gli organi e i tessuti circostanti.
Come prevenire e riconoscere il tumore alla prostata?
La causa dell’aumento delle cellule che generano il tumore non è ancora chiara ma, come negli altri casi, lo stile di vita e la prevenzione sono fondamentali. Per prevenire il tumore alla prostata è importante seguire una dieta povera di grassi, specie se saturi come quelli presenti in formaggi e carni, e tenere sotto controllo il peso.
La prevenzione del tumore alla prostata è possibile soprattutto grazie a esami specifici: tutti gli uomini dopo i 50 anni (ma anche 40 anni in caso di familiarità) dovrebbero sottoporsi periodicamente all’esame del PSA.
Il PSA (Prostate Specific Antigene) è un marcatore della proteina prodotta dalla prostata e presente nel sangue. Le analisi del sangue rilevano la quantità di PSA: l’incremento indica potenziali problemi alla prostata.
Si possono registrare infatti livelli elevati di PSA sia in presenza di prostatiti (iperplasie benigne) che di tumori. È però necessario abbinare agli esami del PSA una visita urologica che prevede, tra l’altro, la palpazione rettale della prostata.
Se le analisi del sangue rivelano un elevato livello di PSA, il medico, oltre ad approfondire con esami ematici specifici, raccomanderà una Risonanza Magnetica Multiparametrica.
Cos’è la Risonanza Magnetica Multiparametrica?
È un esame diagnostico radiologico che, tramite l’acquisizione di immagini, esamina la prostata in ogni dettaglio.
Rispetto alla Risonanza Magnetica tradizionale, utile per visionare ossa e tessuti molli, la RM Multiparametrica analizza diversi parametri e restituisce una diagnosi più puntuale. La RM Multiparametrica traccia infatti l’esatta morfologia della prostata, le funzionalità e la densità cellulare, riuscendo quindi ad identificare con precisione la presenza di eventuali lesioni tumorali. Grazie alla RM Multiparametrica si riduce il numero di esami diagnostici invasivi: le biopsie prostatiche si effettuano in modo mirato e solo se ritenute necessarie per definire l’effettiva natura delle cellule tramite esame istologico.
Come si effettua la RM Multiparametrica?
L’esame radiologico non è doloroso né invasivo e richiede una preparazione piuttosto moderata.
Nel giorno dell’esame è necessario seguire una dieta liquida e, se necessario, aiutare la pulizia dell’intestino mediante farmaci specifici. L’esame, effettuato con liquido di contrasto, dura circa 45 minuti.
Questo esame ha controindicazioni?
No, le uniche controindicazioni sono le stesse che limitano gli altri studi di risonanza. In primis la claustrofobia oppure la presenza di dispositivi medici elettromeccanici, clip, elettrodi, schegge metalliche che sono controindicati per l’esposizione al campo magnetico.
Inoltre lo studio multiparametrico non può essere effettuato nelle persone con insufficienza renale o altri fattori che non permettano l’iniezione endovenosa del mezzo di contrasto paramagnetico.
Cosa fare in caso di tumore alla prostata?
Nel caso di diagnosi tumorale accertata mediante RM Multiparametrica e biopsia, l’urologo può avvalersi di altri esami per stabilire la diffusione e la natura del cancro.
Tra gli esami diagnostici si segnalano:
- TAC, Tomografia Assiale Computerizzata, utile per mostrare lo stato dei linfonodi dell’addome e nella pelvi, dove il tumore prostatico può diffondersi.
- Scintigrafia ossea tramite l’iniezione di un radio farmaco, si individuano lesioni tumorali nella struttura ossea.
- PET con Fluoro-Colina (Tomografia ad Emissione di Positroni) è uno degli esami più accurati perché registra l’attività metabolica delle cellule che è aumentata nelle forme tumorali.
Stabilito il grado di aggressività del cancro alla prostata, l’urologo e l’oncologo definiscono l’approccio terapeutico da seguire e i controlli successivi.
Se il tumore alla prostata è circoscritto l’intervento più diffuso, ed efficace, è l’asportazione della ghiandola prostatica (prostatectomia).
Potrebbe rendersi necessario, tenendo conto dello stato di salute del paziente, abbinare alla chirugia, l’erogazione di raggi X (radioterapia) che distrugge le cellule neoplastiche.
Tra le altre terapie utilizzate, nel caso di tumore alla prostata, si parla di ormonoterapia, che regola la produzione degli ormoni sessuali responsabili della crescita delle cellule e, ove i pazienti dimostrino resistenza al trattamento ormonale, la chemioterapia.